UNA QUESTIONE DI SOLIDARIETA’

A seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 3325 del 17 giugno 2013 che ha confermato l’orientamento del Tar Umbria (sent. 5/2010) collocando la figura del Massofisioterapista tra gli operatori di interesse sanitario ai sensi dell’art. 1 C. 2 della L. 43/2006, anche il Ministero della Salute ha deciso di conformarsi alla sentenza pubblicando la variazione nell’elenco delle professioni del sito istituzionale. Questa vicenda se da un lato chiude l’infinito contenzioso giudiziario e amministrativo, che andava avanti ormai da decenni, trovando una soluzione ai vari, quanto vani, tentativi di riforma dell’area della riabilitazione, dall’altro apre una questione economico-sociale dalla portata davvero ampia ed estesa. Certamente, al contrario della facilit  con cui sono state apportate le modifiche alla pagina web del Ministero della Salute (oltretutto con una solerzia sconosciuta alla pubblica amministrazione), non sar  semplice comprendere le motivazioni di tali cambiamenti, cos¬ come non sar  facile affrontare la questione sul piano normativo e procedurale a livello amministrativo. La sentenza certamente metter  a dura prova professionisti che per anni hanno svolto una professione che ad oggi non ¨ pi¹ nel novero della sfera sanitaria, in senso stretto, con le ovvie ripercussioni su quelle che sono le competenze, le mansioni, i diritti e le prerogative. Nel campo del diritto, poi, ce ne sarebbero di cose da dire, anche noi abbiamo dalla nostra questioni importanti, ancora aperte che forse, prima o poi, qualche giudice volenteroso avr  voglia di ascoltare e di valutare con grande attenzione. Comunque risulta incomprensibile come si sia potuto arrivare ad un simile risultato ma una cosa ¨ certa, non ¨ necessario cercare il colpevole di tutto ci², pur sapendo che forse qualcuno ha sbagliato, perch¨ il percorso era gi  stato segnato da una logica giuridica meschina e spietata. Tuttavia sar  forse pi¹ conveniente cercare una soluzione alla questione che possa garantire una continuit  dell’azione, pensando positivamente e credendoci fino in fondo, sapendo che nella vita ogni ostacolo che sembra insuperabile nasconde una strada che porta verso una nuova avventura e un nuovo traguardo. Anche se la questione non riguarda da vicino le professioni tutelate dall’AIM, i professionisti che potrebbero subire i risvolti negativi e le conseguenze di una simile sentenza sono uomini e donne che hanno sempre esercitato la loro arte con elevata professionalit  e dignit  al pari dei nostri Massaggiatori. L’AIM per questo, con voto unanime della Direzione Nazionale, invia a tutti loro un forte segnale di solidariet , pronta nel contempo a collaborare con le istituzioni preposte, con gli Enti pubblici e privati, per garantire e proporre qualsiasi valida soluzione anche di carattere straordinario e riparativo.